Il baguazhang

“Agita le braccia come una scimmia impazzita, cambia direzione improvvisamente come un’aquila che si getta sulla preda, cammina acquattato come una tigre pronta al balzo, muovi il corpo come quello di un drago che nuota.”

Il baguahang – palmo degli otto trigrammi – imageè uno stile dalle caratteristiche uniche che non trova simili nel mondo marziale cinese. Fu ideato nella seconda metà dell’800 dal Maestro Dong Haichuan, capo delle guardie del principe Su nella città proibita, che sintetizzò tutto il suo bagaglio marziale, acquisito nel corso di una vita di viaggi e ricerche per la Cina, ispirandosi ai princìpi dello Yijing – Libro dei Mutamenti, un antico testo classico di cosmologia.
Questo stile del nord della Cina utilizza tutto l’arsenale del gongfu, ma predilige tecniche di palmo a mano aperta unite a passi e spostamenti caratteristici, potente sia sulla lunga distanza con tecniche molto aperte, sia sulla corta distanza con tecniche di lotta e spinta. Gli esercizi di base sviluppano forza e flessibilità, sensibilità e energie sottili, in modo che le tecniche potenti ma non rigide possano fluire l’una nell’altra, da attacco a difesa, cambiare direzione e adattarsi, il tutto mentre ci si muove su passi rapidi e spostamenti improvvisi.
Il cerchio è la forma che ispira il baguazhang: sul proprio corpo nella postura che sviluppa armonie e dirige la forza, sulle linee che percorrono le sue tecniche ampie e potenti, e in relazione all’avversario aggirandolo e confondendolo.
Il metodo del baguazhang, che nella nostra scuola segue scrupolosamente la tradizione, prevede un percorso per gradi. Dapprima si studiano le otto posture di base su una camminata in cerchio per lo sviluppo di armonia e forza, tecniche singole per introdurre princìpi di movimento, ed esercizi a due per sviluppare senso della distanza, tempo e abitudine al contatto; solo successivamente si allena il corpo ad altri movimenti e tecniche più complesse e a legarli tra loro, mentre vengono introdotti esercizi a due sempre più caratteristici e complessi che poi porteranno al combattimento. Completa l’addestramento lo studio delle armi, in particolare della sciabola.
Gli otto palmi in posizione fissa sono un esercizio veramente completo: statico e dinamico al tempo stesso, volto allo sviluppo di armonie e delle energie sottili, è assimilabile alla meditazione, e non deve mai essere abbandonato.

La pratica del baguazhang così intesa e tramandata, attraverso lo studio delle tecniche del combattimento, l’allenamento della forza “interna” e l’approfondimento dei suoi princìpi teorici rispecchia pienamente l’essenza del gongfu tradizionale cinese: marzialità, benessere, cultura.

 

 

 Il nostro lignaggio

Dong Haichuan

        –Liang Zhenpu

                –Li Ziming

                        –Sui Yunjiang

Dong Haichuan   董海川

Dong Haichuan - ritratto. L'unica immagine di Dong Haichuan mai dipinta, in possesso della famiglia del Maestro Li Ziming

Dong Haichuan – ritratto.
L’unica immagine di Dong Haichuan
mai dipinta, in possesso
della famiglia del Maestro
Li Ziming

Dong Haichuan (nome originario Dong Mingkui), nacque nel villaggio di Zhujiawu, nella contea di Wenan, provincia dello Hebei; la data esatta di nascita è incerta, probabilmente il 1797.

Il cognome Dong era originario della contea di Hong Dong, nella provincia dello Shanxi; Dong Jun, antenato di Dong Haichuan di sedici generazioni, era maresciallo e braccio destro del generale di guarnigione di Longhu, si spostò nello Hebei all’inizio della dinastia Ming (1368 – 1644), e anche i suoi discendenti per undici generazioni furono militari di alto grado, a partire dalla 6ª generazione li troviamo nella contea di Xiong.

Dong Haichuan da giovane era inseparabile dal nonno Dong Xianzhou, fu proprio grazie a lui che entrò in contatto con il mondo delle arti marziali, il nonno Xianzhou infatti invitava spesso amici e maestri famosi di diversi stili. Il materiale storico della contea di Wenan e le annotazioni negli annali della contea di Xiong confermano queste ipotesi: “…una famiglia di generali, che affonda le proprie radici nell’abilità marziale.”
Il padre era tuttavia un contadino, e la propensione per le arti marziali di Haichuan lo portava spesso in contrasto con la sua famiglia, tanto che si dice si allenasse in segreto la notte, spesso in altri villaggi. Ancora molto giovane decide di volgere verso la capitale per superare gli esami e intraprendere la carriera militare, probabilmente spinto anche da una siccità che colpì la contea proprio in quell’anno, e forse anche a causa di una rivalità in amore. Una volta arrivato a Beijing dovette ricredersi: purtroppo le sue abilità marziali non erano all’altezza per competere con gli altri aspiranti; nonostante l’umiliazione subita non volle comunque far ritorno al villaggio natìo per la vergogna, e determinato più che mai a migliorare il suo gongfu decise di intraprendere un lungo viaggio alla ricerca di maestri per tutta la Cina; abbandonò quindi il nome di Mingkui e prese il nome di Haichuan, letteralmente “mari e fiumi”, ad indicare proprio la sua vita di ricerca itinerante. Non sappiamo quali e quanti maestri incontrò, di sicuro sappiamo che ad un certo punto della sua ricerca entrò in contatto con una comunità taoista sui monti Juhua, nell’attuale provincia di Anhui, dove probabilmente si fermò per un certo periodo. È quasi sicuramente questa esperienza che determina la svolta a livello marziale per Dong Haichuan, che sintetizza ed organizza il suo bagaglio tecnico alla luce delle teorie taoiste basate sullo Yijing (Classico dei Mutamenti); il suo gongfu assume ora delle caratteristiche peculiari, che non si incontrano in nessun altro stile, e che ci permettono di identificare in lui il fondatore del baguazhang, che il Maestro Dong chiama allora “zhuanzhang” (palmo che ruota).

Dong Haichuan tornò a Beijing intorno al 1855, lo ritroviamo come servitore nella città proibita.

[ Essendo a servizio a palazzo, Dong Haichuan era un eunuco. Considerando che la castrazione all’epoca era l’unico modo per commutare una pena di morte, questo avvalora l’ipotesi secondo cui la rivalità in amore vissuta nel villaggio natìo molto probabilmente si concluse con l’uccisione del suo rivale, e questo potrebbe essere stato il motivo determinante che lo spinse a partire.]

Il suo carattere orgoglioso dovette però attirare qualche invidia, e perciò fu inviato a servizio presso il palazzo del principe Su. Secondo un aneddoto, durante una celebrazione per la longevità, il principe Su organizzò una festa con dimostrazioni e competizioni di arti marziali; all’epoca Dong Haichuan era incaricato di servire il tè. Durante le dimostrazioni il principe Su chiede che gli venga servito il tè, ma Dong Haichuan si trova il passaggio bloccato dalla calca che si era formata per seguire gli atleti, spicca allora un salto spettacolare passando sopra la testa di diversi spettatori, e atterra davanti al principe senza aver versato neanche una goccia di tè. Questo gesto provoca lo stupore di tutti i presenti, il principe lo invita allora a dimostrare le sue abilità marziali. Dong Haichuan non può rifiutarsi: questa è la prima volta che rivela al pubblico il suo “palmo che ruota”, e la sua dimostrazione riscuote l’ammirazione di tutti i presenti, compresi gli esperti di arti marziali. La cosa suscita però la gelosia del capo delle guardie e responsabile del loro addestramento Sha Huihui il quale sfida Dong Haichuan, ma viene sconfitto in un istante. Sha Huihui viene quindi rimosso dal suo incarico, Dong Haichuan prende il suo posto con il titolo di ufficiale di 7º grado – allora in tutto i gradi erano nove – con l’incarico dell’addestramento delle guardie e la responsabilità della sicurezza dell’intero palazzo, oltre che di quella personale del principe Su.
È a partire da questo momento che la voce sulle abilità del Maestro Dong si diffonde, molti maestri di arti marziali vengono a sfidarlo e vengono sconfitti, alcuni decidono di diventare suoi allievi, e il baguazhang comincia a essere trasmesso a Beijing.

Tomba di Dong Haichuan, wanan gongmu - Beijing. Le spoglie del Maestro sono state ritrovate dietro iniziativa del Maestro Li Ziming, e ricollocate a Beijing. Sulla tomba ci sono incisi tutti i nomi degli allievi di Dong Haichuan, e di coloro che hanno contribuito all'iniziativa. Nel muro alle spalle sono visibili delle steli commemorative originali, recuperate e restaurate. Accanto alla tomba di Dong Haichuan si trovano le tombe dei Maestri del nostro lignaggio: Liang Zhenpu, Guo Gumin e Li Ziming.

Tomba di Dong Haichuan, wanan gongmu – Beijing.
Le spoglie del Maestro sono state ritrovate dietro iniziativa del Maestro Li Ziming, e ricollocate a Beijing.
Sulla tomba ci sono incisi tutti i nomi degli allievi
di Dong Haichuan, e di coloro che hanno contribuito all’iniziativa. Nel muro alle spalle sono visibili delle steli commemorative originali, recuperate e restaurate.
Accanto alla tomba di Dong Haichuan si trovano le tombe dei Maestri del nostro lignaggio: Liang Zhenpu, Guo Gumin e Li Ziming

 

Liang Zhenpu  梁振普

liangLiang Zhenpu (nome originario Zhao Ting), nacque nel villaggio Houjia, contea di Jixian, provincia dello Hebei, il 20 maggio 1863. Da bambino studia dantui e tongzigong con il Maestro Qin Fengyi. A tredici anni arriva a Pechino seguendo il padre per aiutarlo nell’attività di famiglia, un piccolo negozio di abiti di seconda mano vicino a Qianmen, motivo per cui fu soprannominato “Liang abiti usati”. A sedici anni, poichè cagionevole di salute, dietro iniziativa del padre comincia a studiare baguazhang con Dong Haichuan, divenendo suo discepolo.

Liang Zhenpu viene ricordato come un giovane molto acuto, si allenava duramente, e perciò era tenuto in grande considerazione dal Maestro Dong che lo accettò subito come discepolo, ed essendo inoltre il più giovane era ben visto anche da tutti gli altri allievi maggiori, tanto che a partire dal 1882 – anno della morte di Dong Haichuan – continua ad allenarsi regolarmente con i maggiori Maestri della 2ª generazione: Yin Fu, Ma Weiqi, Cheng Tinghua, Shi Jidong, Liu Fengchun.
Nel 1898, quando il suo nome già circolava negli ambienti marziali, torna in visita nel villaggio natìo. In quegli anni una banda di briganti molto temuta spadroneggiava in quel territorio; i quattro vengono a sapere della sua presenza e pensano bene di farlo fuori per accrescere la loro reputazione di combattenti, ma il Maestro Liang riesce a batterli senza sforzo, e al contrario è la sua di reputazione a crescere.
Nel 1900, quando aveva 37 anni, si ritrova a prendere parte a dei disordini nella stazione di Majiabao a Pechino, e si racconta che in quell’occasione si scontrò con una banda di malviventi, e che armato di una sola catena a nove sezioni ne uccise una ventina e ferì una cinquantina; in seguito a questo episodio venne arrestato e condannato a morte. Imprigionato in attesa dell’esecuzione, dopo i vani tentativi di alcuni suoi allievi che grazie ad un’amicizia con l’eunuco personale dell’imperatrice Cixi ne avevano chiesto l’intercessione, Pechino viene occupata dalle forze straniere alleate (tra queste c’era anche un manipolo di nostri bersaglieri), negli scontri la prigione viene gravemente danneggiata, gli ufficiali imperiali si danno alla fuga, e Liang Zhenpu riesce a fuggire, scampando a morte certa. Liang Zhenpu ritornò al villaggio natìo dove visse nascosto con la moglie e la figlia, negli anni successivi seguì un periodo turbolento sia a livello politico che sociale, nessuno quindi lo venne più a cercare per quegli omicidi, e potè tornare ad una vita normale.
In questi anni fonda la sua scuola di arti marziali, ed anche una società di sicurezza per la scorta privata; questo lavoro lo porta in diverse parti del paese. Successivamente insegna wushu nella scuola normale femminile di Shulu, e in altri istituti. Nel 1925 viene fondato l’Istituto di Guoshu (altro nome del wushu cinese) dello Hebei, e viene coinvolto come consulente; è in questo periodo di stabilità e tranquillità che il Maestro Liang comincia ad accettare discepoli e a trasmettere il baguazhang.
Liang Zhenpu muore nel 1932, all’età di 69 anni.

 

Li Ziming  李子鸣

li_ziming Li Ziming, nome originario Li Zhi, nacque nel 1902 nella cittadina di Taoyuan, contea di Ji, Hebei. Di famiglia aristocratica e benestante, all’età di quattro anni viene iscritto dal padre ad una scuola di studi classici, e negli stessi anni lo zio lo introduce allo studio delle arti marziali. A sedici anni raggiunge il Guangdong per imparare il mestiere di orefice in una bottega di famiglia, ma nel 1923 è costretto a ritornare per problemi di salute, e proprio per questo il padre gli consiglia di cominciare ad allenare arti marziali con un suo caro amico, il Maestro Liang Zhenpu. Poco dopo entra nell’Istituto di Guoshu dello Hebei, dove ha la possibilità di allenarsi con i Maestri Zhang Zhankui, Shan Yuxiang, Ju Qingyuan e altri.
Combatte nel fronte unito durante la guerra di resistenza contro il Giappone (1937 – 1945) come membro del Partito Comunista, minoranza del paese, che allora agisce spesso in segreto. Sempre per il Partito apre uno stabilimento di salsa di soia a Beijing, lavorando nello stesso come dirigente.
Racconta un altro membro illustre del Partito, che in quegli stessi anni ricopriva la carica di vice-sindaco di Beijing, che nessuno sapeva che fosse un Maestro di baguazhang e che il suo vero nome fosse Li Zhen, gli unici a saperlo erano i suoi compagni di allenamento Guo Gumin, Li Shaoan, Ceng Zengqi, Liu Zhigong. Il Maestro Li infatti – sempre descritto da tutti come una persona dotata di moralità, onestà, generosità immense – non aveva mai preso in considerazione l’insegnamento delle arti marziali per rispetto del fratello maggiore di pratica Guo Gumin, che invece insegnava baguazhang di professione. Solo qualche anno dopo la morte del Maestro Guo, scomparso nel 1969, Li Ziming comincia ad accettare discepoli e a tramandare l’arte.image
Nel 1978 comincia a riunire praticanti e Maestri di baguazhang di tutta la Cina intorno al progetto di restauro e ricollocazione della tomba di Dong Haichuan; è nel 1980, raccolti fondi e donazioni a sufficienza, dietro anche il patrocinio delle autorità municipali della città di Beijing, che la tomba viene spostata nel cimitero di Wanan, vicino al Parco delle Colline Profumate. Subito dopo, nel 1981, fonda l’ “Associazione di Ricerca sul Baguazhang”, prima associazione di arti marziali della Cina ad essere dedicata ad un unico stile, e ne viene eletto presidente; viene fondata anche una rivista e il “Centro di Diffusione del Baguazhang”. Nel 1986 sposta anche le spoglie del Maestro Liang vicino a quelle di Dong Haichuan. Negli anni che seguono fino alla sua morte, il Maestro Li si adopera per la diffusione e l’interscambio del baguazhang, riunendo praticanti e Maestri delle diverse linee, e diffonde l’arte anche fuori la Cina; verrà insignito del titolo di presidente onorario da più di cinquanta associazioni di arti marziali – tra le tante cariche assume quella di presidente dell’ Associazione di Wushu di Beijing, membro e consulente del consiglio dell’ Associazione di Ricerca del Gongfu di Wudang del Wudangshan, e presidente onorario della Federazione di Arti Marziali Cinesi del Giappone – e collabora con le due università più prestigiose di Beijing e di tutta la Cina: l’Università di Beijing e l’ Università Qinghua.liziming
Il Maestro Li, grazie alla sua estrazione familiare e all’educazione classica ricevuta in gioventù era una persona molto colta: letterato, calligrafo, pittore. Nella sua casa di Beijing, nella zona di XiZhiMen – un modesto ma caratteristico dazayuan che ora ha purtroppo lasciato il posto all’ennesimo centro commerciale – il suo studio era pieno di dipinti e calligrafie, ma al centro della stanza di fronte all’ingresso si veniva accolti da un piccolo altare con i ritratti dei Maestri Dong Haichuan e Liang Zhenpu. Kan Gewu, ricercatore dell’Istituto di Ricerca sul Wushu di Beijing, ricorda che quando ancora laureando iniziava le sue ricerche sulla vita di Dong Haichuan per la sua tesi di laurea, la prima cosa che fece fu andare da Li Ziming, e con sua grande sorpresa scoprì che gran parte del lavoro, seppur senza quel certo rigore scientifico, era già stato fatto! La sua incessante ricerca unita alla volontà di divulgazione del baguazhang produsse una decina di pubblicazioni, tra le quali ricordiamo “Il palmo che ruota di Dong Haichuan”, “Il baguazhang di Liang Zhenpu”, “Capire il baguazhang”, “Annotazioni preziose sul baguazhang”; Li Ziming fu il primo a pubblicare le “36 formule” e i “48 metodi”, ovvero il compendio orale in rima con il quale Dong Haichuan aveva trasmesso i princìpi dello stile, solo dopo che divennero pubblici grazie al maestro Li tutti gli altri cominciarono a pubblicarle e a darne loro interpretazioni. Tra gli scritti non pubblicati ci sono due quaderni manoscritti in splendida calligrafia – “Fondamenti dell’arte del palmo che ruota del bagua” – che il Maestro Li ha voluto lasciare in eredità al Maestro Sui Yunjiang.
Tutte le persone che lo hanno incontrato lo ricordano come una persona dalla moralità solida, affabile e gentile, ma soprattutto generoso; il Maestro Sui racconta spesso che il Maestro viveva in maniera modesta, ai limiti dell’indigenza – il Maestro Li ebbe due mogli e sette figli – ma quando riceveva ospiti offriva quel poco che aveva, spesso lasciando la famiglia con poco da mangiare.
Li Ziming scomparve nel 1993, all’età di 91 anni; ultimo Maestro vivente della 3ª generazione, lascerà un vuoto incolmabile in tutta la famiglia del baguazhang.

 

Sui Yunjiang  隋云江

“Xiao Sui, anche oggi vai ad allenarti?!” “Vai a fare lezione agli studenti??”
“Eh si, certo che vado anche oggi, vado tutti giorni!”
suisuiCosì i coetanei amici da una vita salutano il Maestro Sui quando nel primo pomeriggio, dal suo modesto appartamento di XiZhiMen – Pechino – dopo aver fatto due chiacchiere e riunito i suoi studenti davanti ad un ottimo tè, insieme ad essi si reca nella piccola isola nel laghetto proprio dietro il Palazzo delle Esposizioni, il nostro campo di allenamento. Ed è proprio lì vicino quando ancora 31enne, già appassionato di wushu, incontra colui che diventerà il suo maestro e che cambierà il corso della sua vita.
La vita del Maestro Sui attraversa tutti i periodi di maggiore trasformazione della Cina, dalla formazione della Repubblica Popolare Cinese, attraverso la Rivoluzione Culturale e le riforme economiche di Deng Xiaoping, fino all’odierna modernizzazione, ed è una vita di dura resistenza culturale. Nasce da una famiglia poverissima nel 1944 nell’Heilongjiang, il 18 novembre (in realtà data di iscrizione all’anagrafe, quella di nascita è incerta), dove la madre avrà raggiunto il primogenito, fratello maggiore del Maestro che all’età di 7 anni era stato costretto a cercare lavoro nel capoluogo Harbin, trovando il favore di un commerciante russo che sosterrà anche i suoi studi.
Da bambino Yunjiang eccelle nella musica e nella ginnastica artistica, ma dovrà abbandonare l’idea di allenarsi seriamente, in quegli anni infatti la Cina attraversa un periodo di grande crisi, e scarseggiano persino alimenti di base come il riso, e così le energie da dedicare all’attività sportiva. Allenerà comunque anche il wushu con diversi maestri, e questa diventerà la sua passione. Nel 1965 serve il Paese nell’aeronautica militare, successivamente negli anni della Rivoluzione Culturale comincia a lavorare come elettricista nel Palazzo delle Esposizioni di Pechino. Nel grande spiazzo di fronte al Palazzo Yunjiang vede tutti i giorni un gruppo di appassionati allenare il wushu sotto la guida di un maestro; è il 1974, e conosce così il Maestro di 3ª generazione di baguazhang Li Ziming che lo accetta come studente – inizia così il suo percorso in questo particolare stile di wushu.

Il Maestro Li si accorge subito del carattere onesto e dellasui_liziming1 passione verso il wushu tradizionale del suo nuovo allievo, e decide perciò di presentarlo al suo caro amico Han Qichang, Maestro eccelso di 17ª generazione di meihuazhuang – pugilato dei pali del fiore di prugno – affinchè anche questo stile non vada perduto.
Yunjiang dedica la sua vita alla pratica di questi due stili, il Maestro spesso racconta di quel periodo della sua vita quando, da poco sposato e divenuto papà doveva allenarsi duramente tutti i giorni con due Maestri: la mattina all’alba con il Maestro Li, la sera dopo una lunga giornata di lavoro e di doveri familiari con il Maestro Han: “Capitava spesso che dovessi fare il turno di notte, allora il sabato mattina, quando staccavo dal lavoro, prendevo il bus per andare ad allenare il meihuazhuang fuori Pechino. Mi allenavo tutto il giorno, e la sera tardi mi rimettevo sul bus per tornare a casa, stanco morto. E fortunatamente il bus era così affollato che nonostante non ci fossero posti a sedere si riusciva a dormire, in piedi, senza cadere, sostenuti dagli altri, tanti eravamo.” Il Maestro Li riconoscerà lo sforzo e la dedizione al suo allievo Yunjiang, unico studente al quale dedica e lascia un manoscritto calligrafato intitolato “Fondamenta dell’Arte Marziale del Palmo che Ruota del Bagua”, scrivendo sulla prima pagina: “a Sui Yunjiang, uno dei più notevoli tra i miei studenti di 4ª generazione di baguazhang”.
Nel 1990 il Maestro Sui viene invitato in Unione Sovietica dall’Ufficio Centrale dello Sport e dall’Ufficio dello Sport di Mosca, rimarrà nell’URSS per quattro anni, dove parteciperà a forum e conferenze, terrà lezioni in Università sul wushu e sulla cultura tradizionale cinese, parteciperà a trasmissioni televisive. Sui01Rientrato nel 1994 in Cina, vince una medaglia d’oro in una competizione a Dalian, e i suoi studenti otterranno secondi e terzi posti. Negli anni che seguono viene invitato a tenere corsi di arti marziali da diversi istituti della capitale, ma dopo un solo tentativo di un anno preferisce sempre declinare le offerte: “Non c’è modo di insegnare il wushu tradizionale nelle scuole, in maniera accademica. Non si può dire a tutti gli studenti di fare le stesse cose nello stesso tempo, ogni studente è diverso dall’altro; qualcuno imparerà velocemente, ma ad un altro occorrerà più tempo!”
Negli ultimi anni i riconoscimenti non sono mancati, tanti articoli su riviste estere, e anche una serie di video pubblicata in Giappone, ma il Maestro Sui è sempre stato lontano dai riflettori, soprattutto nel proprio paese. In quella che è una seconda e ben più radicale rivoluzione culturale in una Cina che prendendo solo il peggio dei modelli occidentali mercifica e mortifica la cultura tradizionale, Il Maestro Sui è una vera rarità, e continua con passione ad allenarsi e a trasmettere senza moderni adattamenti quello che ha imparato, così come lo ha imparato, a chiunque dimostri vera passione, cinesi e non cinesi indifferentemente, avendo fatto tesoro di un’altra importante lezione del suo Maestro: “Il wushu nasce in Cina, ma non appartiene alla Cina, il wushu è cultura, e come tale è di tutti.”

Sui Pietrare 5

 

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